AIRASCA – B&B La Casa del Grande Vecchio

Il complesso “Casa Del Grande Vecchio” è situato nel centro di Airasca (TO), A poche centinaia di metri dall’ingresso Nord della pista, discretamente nascosto dal Castello dei Nove Merli, costruito dai Conti Piossasco-Airasca e affrescato con dipinti risalenti al XV ed al XVII secolo.
Facile da raggiungere, ad un chilometro dall’uscita dell’autostrada e ad appena 20 km da Torino e 40 dalle valli Olimpiche.

Il B&B mette a disposizione tre ampie camere disposte su due piani ciascuna, dal raffinato salottino infatti si raggiunge la stanza da letto soppalcata per mezzo di una scala in legno.
Una arredata in stile Provenzale, le altre dai toni più decisi del legno propongono lo stile delle vecchie case di campagna.
Soggiornando nella “Casa del Grande Vecchio” sarete attirati dai dettagli ricercati con cura, dai mobili di famiglia ed attrezzi di tradizione contadina finemente restaurati.
Ogni camera è dotata di bagno privato con doccia e di un raffinato salottino. Riscaldamento autonomo

In un ambiente caloroso e famigliare, dove il clima del passato e il comfort del presente si intrecciano, gli ospiti trovano sereno relax, ospitalità, convivio.
Si può scegliere di cucinare, oppure lasciarsi coccolare dalle premure del padrone di casa con una saporita e tradizionale marenda sinojra o assaggiare prodotti tipici sani e gustosi, tutto accompagnato da un buon vino per un’esperienza di soggiorno indimenticabile!

Nel B&B La Casa del Grande Vecchio, rivive una tradizione piemontese molto apprezzata dai turisti e che affonda le sue origini nella vita contadina: la Merenda Sinoira.
La giornata del contadino seguiva il ritmo delle stagioni e, durante quella estiva, il lavoro nei campi si interrompeva per brevi pasti, in cui ci si riposava tra una fatica e l’altra.
Chi poteva a pranzo tornava a casa, ma se il luogo di lavoro era distante allora si portava dietro il fazzoletto che conteneva il cibo per sfamarsi. Nel pomeriggio quando d’estate il sole era ancora alto, e quando il lavoro lo richiedeva il contadino interrompeva le proprie faccende e prima di sera, con una merenda che sostituiva o anticipava la cena, si rifocillava e dissetava nuovamente.
Nel tempo poi, la merenda sinoira si è trasformata in un appuntamento da osteria, dopo una partita alle bocce o dopo una escursione in montagna, un momento più conviviale.
Si parte dagli affettati: salame artigianale, pancetta al Barolo, prosciutto cotto al forno e lardo alla campagnola. E poi formaggi, il meglio della tradizione locale: Raschera, Bra tenero, Toma di Langa e, perché no, un tocco di classe con un Castelmagno accompagnato da miele o Cugnà.
E le immancabili acciughe al verde, cui si affiancano i tomini elettrici, peperoni al tonno, insalata russa, giardiniera e vitello tonnato. La salsiccia di Bra è una new entry diventata d’obbligo assoluto, mentre la frittata di luvertin (luppolo selvatico) è l’ennesima perla preziosa regalata dalla cucina povera del passato. Bunet, persi pien (pesche ripiene) e il Salame del Papa (salame dolce fatto di cacao, burro e biscotti) sono la parentesi di chiusura di una serata frugale e sostanziosa, come la memoria comanda.
E cosa bere? La tradizione consiglia vini rossi, Dolcetto o Barbera in primis!

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